Sbiancamento dei denti devitalizzati: guida completa

Nel tempo, i denti devitalizzati possono diventare visibilmente più scuri rispetto agli altri, compromettendo l’armonia del sorriso. Questo fenomeno è dovuto a diversi fattori: residui ematici ossidati all’interno del dente, materiali endodontici pigmentati o la perdita di vascolarizzazione, che rende il dente più fragile e soggetto a modificazioni cromatiche.

Lo sbiancamento interno è una tecnica odontoiatrica mirata per trattare le discromie dei denti devitalizzati. A differenza dello sbiancamento tradizionale, agisce dall’interno del dente, schiarendo la zona dove nasce la pigmentazione.
È ideale quando un singolo dente (soprattutto anteriore) appare più scuro degli altri. Nei casi più complessi, si possono valutare alternative come faccette in ceramica o corone dentali.

La più comune è la tecnica “walking bleach”: l’odontoiatra apre la camera pulpare, inserisce un prodotto sbiancante a base di perborato di sodio e perossido di idrogeno, e sigilla il dente temporaneamente. Il principio attivo agisce in pochi giorni, schiarendo gradualmente il colore.
Altre tecniche:

• Termocatalitica: utilizza il calore per accelerare l’effetto (oggi poco usata per il rischio di riassorbimento radicolare).
• Combinata inside/outside: unisce sbiancamento interno e mascherine esterne da usare a casa per potenziare il risultato.

Il dentista inizia con una valutazione clinica del dente e lo isola con una diga di gomma. Rimuove eventuali materiali pigmentati, inserisce il prodotto sbiancante e richiude temporaneamente.
Dopo alcuni giorni, il paziente torna per valutare il grado di schiarimento. In genere, bastano 2-3 applicazioni, ma in casi resistenti si può arrivare a 4-5 sedute.
Una volta ottenuto il colore desiderato, il dente viene restaurato definitivamente.

La procedura può durare da una a tre settimane, a seconda della discromia. I risultati sono stabili nel tempo, se il dente è ben sigillato. Tuttavia, abitudini come fumo, tè, caffè o vino rosso possono favorire una lieve ricomparsa della pigmentazione, rendendo utile un ritocco periodico.

• Tecnica conservativa: non richiede limatura del dente.
• Risultato naturale e indolore, poiché il dente non è innervato.
• Ripristina l’estetica senza ricorrere a corone o faccette. Il dente trattato torna a integrarsi perfettamente nel sorriso.

Raramente possono verificarsi effetti collaterali, come:

• Riassorbimento radicolare (più frequente con tecniche termocatalitiche).
• Sensibilità temporanea nei denti vicini.

È essenziale che il dente sia correttamente devitalizzato: infezioni residue possono compromettere il risultato.

• Igiene orale quotidiana: spazzolare i denti e usare il filo interdentale.
• Evitare sostanze pigmentanti come fumo, caffè e vino rosso.
• Controlli periodici dal dentista. Un ritocco dopo alcuni anni può mantenere il sorriso luminoso.

Se il dente è gravemente pigmentato, ha subito traumi o ampie ricostruzioni, potrebbe non rispondere al trattamento. In questi casi, il dentista può proporre una faccetta estetica o una corona in ceramica, che coprono il dente garantendo un risultato estetico duraturo.