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Il protocollo parodontale: guida completa alla salute dei tessuti di supporto dentale

protocollo parodontale

Il protocollo parodontale rappresenta un insieme di procedure fondamentali per mantenere e ripristinare la salute dei tessuti di supporto dentale, ossia quelli che sostengono il dente all’interno dell’osso alveolare. Questo protocollo è essenziale per prevenire, diagnosticare e trattare le malattie parodontali, come la parodontite, una condizione che, se trascurata, può portare alla perdita dei denti.

Da cosa è costituito il parodonto?

Il dente è costituito da due parti: la corona, parte visibile in bocca, e la radice, parte non visibile che si trova nell’osso alveolare. Le parti che supportano la radice nell’osso sono: il legamento parodontale (che ancora la radice all’osso), la gengiva, il cemento radicolare (lo strato esterno della radice dentale) e lo stesso osso alveolare che la ospita. La malattia parodontale (parodontite) è la malattia di questi tessuti di supporto; coinvolge quindi il cemento radicolare, l’osso, il legamento parodontale e la gengiva.

Nello specifico, la parodontite fa parte delle malattie parodontali, quelle che colpiscono i tessuti di supporto del dente. È una patologia irreversibile che causa sanguinamento, mobilità e perdita dell’elemento dentale. Un buon protocollo di mantenimento e gli stessi trattamenti chirurgici parodontali, che spiegheremo in questo articolo, permettono di contenere la situazione e di far durare il dente il più a lungo possibile.

Causa della parodontite

La causa principale delle malattie parodontali è l’accumulo di placca dentale (precursore del tartaro), un biofilm di batteri (alcuni dei quali “buoni”) che si deposita sul dente. Se non viene rimosso quotidianamente, aumenta di volume e ospita alcune specie di batteri particolarmente aggressive, che penetrando nel solco gengivale causano infiammazione e perdita ossea. Da qui, il segno clinico è rappresentato dalla presenza di una tasca parodontale che può arrivare a contenere pus prodotto dai batteri.

Come viene diagnosticata la malattia parodontale?

Il protocollo parodontale inizia con una diagnosi accurata. In primo luogo sicuramente è importante l’anamnesi anche se la malattia può essere asintomatica e indolore, e il paziente può rendersi conto del problema solo a stadio avanzato, quando cioè il dente ha una mobilità aumentata. La malattia è multifattoriale con base genetica (30% dei soggetti malati) e presenta fattori di rischio come il fumo, la scarsa igiene orale e l’utilizzo di alcuni farmaci.

Oltre all’anamnesi per effettuare una diagnosi il professionista tramite l’ispezione intraorale può valutare la presenza di mobilità dentale, sanguinamento, perdita di attacco gengivale, presenza di pus o dolore, che sono tutti sintomi della malattia parodontale.

In ultima battuta si effettua l’esame radiografico (ortopantomografia o full endorale) per valutare il livello dell’osso di supporto degli elementi dentari.

Terapie parodontali: quali sono le opzioni?

  • Il protocollo prevede una serie di trattamenti, tutti mirati a ristabilire la salute parodontale. Le principali terapie parodontali sono progettate per disinfettare ed eliminare le tasche, rigenerare l’apparato di supporto del dente (osso) e mantenere lo stato di salute orale nel tempo.

    Le terapie parodontali includono:

    1. Igiene orale professionale: Un’accurata pulizia dentale professionale è il primo passo per la gestione della parodontite. Questo trattamento mira a rimuovere la placca e il tartaro sopra e sotto il margine gengivale.
    2. Levigatura radicolare: In questa fase, il dentista o l’igienista utilizza strumenti manuali o ad ultrasuoni per rimuovere il tartaro e le tossine batteriche dalle radici dei denti. Questo aiuta a prevenire l’ulteriore progressione della malattia.
    3. Chirurgia parodontale rigenerativa: Nei casi avanzati, è necessario un intervento chirurgico per rigenerare l’osso e i tessuti parodontali perduti. Le tecniche rigenerative includono l’uso di membrane, innesti ossei e proteine stimolanti per promuovere la rigenerazione dei tessuti.

    In alcune situazioni, tuttavia, il recupero del dente è pressoché impossibile e bisogna optare per un trattamento implantare, senza dimenticare che la parodontite può interessare anche i tessuti che ospitano l’impianto e andare incontro a perimplantite.

Protocollo Parodontale:

Durante la prima visita si effettuerà una panoramica delle arcate per vedere se già vi è perdita dell’osso di supporto del dente e si effettua l’ispezione intraorale per determinare una diagnosi. Nella visita successiva si procede con un sondaggio parodontale durante il quale si misurano in millimetri le eventuali tasche parodontali. Una volta terminato il sondaggio parodontale, che ci fornisce uno stato di salute del cavo orale del paziente al tempo zero, si procede con l’igiene dentale professionale (si consiglia effettuare il protocollo GBT), e in seguito di procede con la pulizia profonda sottogengivale. È importantissimo motivare il paziente ad un’ottima igiene orale e spiegare dettagliatamente le corrette manovre di igiene orale da effettuare a casa. Dopo due settimane si ha il primo controllo in cui si valuta come va il sanguinamento, la presenza di placca e tartaro, e si ripete il sondaggio per vedere la guarigione delle tasche parodontali e per decidere se intervenire con un’altra seduta di igiene profonda (utilizzando coadiuvanti come laser o metronidazolo) o se rivedersi tra 3 mesi per un’ulteriore igiene sopra e sottogengivale. Una volta che la malattia in fase acuta (sanguinamento, dolore) si arresta, inizia il mantenimento parodontale, che consiste in una visita ogni 3-6 mesi, a seconda del caso, in cui si effettua il sondaggio parodontale, l’igiene dentale se necessaria e soprattutto si motiva il paziente a continuare ad effettuare una buona pulizia domiciliare.

  • Prima visita: diagnosi della malattia parodontale tramite ispezione orale, anamnesi familiare ed esame radiografico
  • Seconda visita: sondaggio parodontale, igiene sopragengivale (si consiglia protocollo GBT, istruzioni di igiene orale domiciliare
  • Terza visita: dopo due settimane, sondaggio e pulizia profonda sottogengivale (curettage) con o senza protocollo GBT
  • Quarta visita: a due settimane dal curettage per controllare che la fase acuta della malattia si sia arrestata. Da qui in poi inizia il mantenimento
  • Visita di mantenimento: ogni 3-6 mesi a seconda del caso, in cui si fa il sondaggio, si effettua l’igiene orale se necessaria e si motiva il paziente.

Tale protocollo è consigliato a tutti i pazienti parodontopatici, a coloro che hanno terminato la terapia chirurgica parodontale e a quelli che devono iniziare una terapia chirurgica parodontale.

In particolar modo è consigliato inserire nel protocollo tutti i pazienti con malattie cardiovascolari e diabetici, essendo queste due patologie strettamente correlate con la malattia parodontale.

Il mantenimento: una parte essenziale del protocollo

Una volta ristabilito un buon livello di salute orale, il paziente deve contribuire al mantenimento attraverso una igiene orale domiciliare accurata e partecipando a richiami regolari presso il dentista. Durante gli appuntamenti di controllo e mantenimento, il professionista verifica il corretto svolgimento delle manovre igieniche domiciliari ed esegue sessioni di igiene professionale per mantenere i risultati ottenuti.

Durante i controlli periodici, il professionista valuterà la situazione gengivale e, se necessario, eseguirà una pulizia radicolare profonda per eliminare i batteri presenti sotto il margine gengivale. Lo Studio Odontoiatrico Petrazzuoli adotta il protocollo GBT (Guided Biofilm Therapy), che permette di eseguire l’igiene sia superficiale che profonda, utilizzando polveri specifiche e garantendo un’esperienza confortevole per il paziente.

Igiene orale domiciliare

Per i pazienti con problemi parodontali, lo spazzolino manuale deve avere caratteristiche specifiche:

  • Un manico di dimensioni adatte all’età e alla manualità del paziente.
  • Una testina che si adatti alle dimensioni della bocca.
  • Setole di nylon a testa arrotondata di meno di 0.23 mm.

La tecnica di spazzolamento più indicata per i pazienti parodontali è la tecnica di Bass modificata, mentre per i pazienti sani, qualsiasi tecnica correttamente applicata può mantenere un buono stato di salute. È consigliato lavare i denti almeno tre volte al giorno dopo i pasti.

Lo spazzolino da solo non è sufficiente per garantire una pulizia ottimale, quindi è necessario utilizzare accessori per gli spazi interprossimali, come filo interdentale e scovolino. Il corretto utilizzo di questi strumenti dovrebbe essere insegnato dal dentista o dall’igienista.

Conclusioni

  • Il protocollo parodontale non è solo una serie di trattamenti, ma rappresenta un impegno a lungo termine per preservare la salute parodontale del paziente. Seguire correttamente questo protocollo, sia in termini di trattamenti professionali che di igiene domiciliare, può fare la differenza tra la perdita di un dente e la sua conservazione per molti anni. Per maggiori informazioni sui trattamenti parodontali, visita la nostra pagina dedicata alla parodontologia dello Studio Odontoiatrico Petrazzuoli.

Articolo scritto da:

Dott.ssa Nicoletta Petrazzuoli

Specialista in Odontoiatria Pediatrica


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